Allergie da pollini: effetti sulla salute e prevenzione

Le allergie da pollini di alberi ed erbe: impatto sulla salute e prevenzione

Un approfondimento sulle allergie da pollini, con focus sull’esposizione occupazionale e gli effetti sulla salute umana, tratto da un manuale Inail. Le allergie ai pollini rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla produttività lavorativa.

Allergie da pollini: un rischio anche sul lavoro

I cambiamenti climatici stanno aumentando la produzione pollinica, prolungando le fioriture e aggravando le patologie allergiche e asmatiche, anche in ambito lavorativo. Settori come l’agricoltura, la floricoltura e il giardinaggio sono particolarmente esposti. Un caso studio riporta che il 15% dei lavoratori in serra sviluppa sintomi allergici entro i primi due anni di esposizione.

Principali effetti sulla salute

L’esposizione a pollini può causare asma, rinite, congiuntivite, dermatite e, in casi gravi, anafilassi allergica. L’asma occupazionale, ad esempio, è stata documentata in lavoratori esposti a pollini di ambrosia, con un aumento del 20% dei casi negli ultimi dieci anni.

Pollini allergenici: quali sono i più comuni?

Tra i più allergenici, i pollini di betulla, ontano, nocciolo, olivo, cipresso e platano, con stagioni di fioritura variabili a seconda delle condizioni meteorologiche. Recenti studi evidenziano che il polline di betulla è responsabile del 50% delle allergie primaverili in Europa settentrionale.

  • Betulla: dal 5% al 33% di sensibilizzazione in Italia, con picchi in aprile e maggio
  • Olivo: 30-40% di allergia tra i pazienti allergici ai pollini, particolarmente diffuso nelle regioni mediterranee
  • Cipresso: pollinosi invernale spesso confusa con rinite virale, con un’incidenza in aumento del 5% annuo

Allergie da pollini di erbe

Le Graminacee e le Composite sono tra le principali fonti di allergeni, con fioriture che vanno dalla primavera all’autunno. L’allergia alle Graminacee colpisce fino al 70% dei pazienti con pollinosi in alcune regioni. Un esempio specifico è l’ambrosia, che prolunga la stagione allergica fino all’autunno inoltrato.

“La cross-reattività costituisce un problema abbastanza diffuso, con il 25% dei soggetti con rinite allergica che soffre anche di SOA.” Uno studio recente ha dimostrato che i pazienti allergici al polline di betulla possono manifestare reazioni crociate con mele, nocciole e carote.

Gli effetti dei pollini sulla salute includono anche congiuntiviti isolate, dermatiti e la Sindrome orale allergica (SOA). La SOA è particolarmente rilevante tra i lavoratori agricoli, con casi documentati di reazioni immediate al contatto con frutta e verdura fresca.

📖 Fonte e approfondimenti: Questo articolo è basato su contenuti di settore specializzati. Per consultare la fonte originale e ulteriori dettagli tecnici, puoi visitare: l’articolo di riferimento su PuntoSicuro

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