Emergenza caldo e lavoro: ordinanze in Veneto, Toscana e Campania per la sicurezza dei lavoratori
Le regioni Veneto, Toscana e Campania hanno emanato ordinanze per proteggere i lavoratori esposti a condizioni di caldo estremo e prolungata esposizione al sole. Questi provvedimenti, di carattere contingibile e urgente, mirano a ridurre il rischio di stress termico e malattie correlate. Ad esempio, in Veneto, l’ordinanza specifica che i datori di lavoro devono fornire ai dipendenti acqua potabile gratuita e accesso a zone d’ombra durante le pause. In Toscana, è stato introdotto l’obbligo di monitorare la temperatura corporea dei lavoratori esposti, utilizzando termometri a infrarossi per prevenire colpi di calore.
Ordinanze regionali: strumenti per emergenze
Le ordinanze regionali sono provvedimenti normativi adottati per affrontare situazioni emergenziali in tempi rapidi. L’articolo 32 della legge 833/1978 stabilisce che, in materia di igiene e sanità pubblica, le regioni possono emanare ordinanze con efficacia limitata nel tempo. Un caso d’uso reale è rappresentato dalla Campania, dove l’ordinanza è stata applicata durante un’ondata di calore record nel 2025, prevenendo numerosi casi di disidratazione tra i lavoratori agricoli. Le ordinanze sono spesso supportate da dati scientifici, come quelli forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, che evidenziano l’aumento del rischio di malattie professionali legate al caldo.
Focus sulle ordinanze
Le ordinanze delle tre regioni vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata, dalle 12:30 alle 16:00, nei settori agricolo, florovivaistico, edile e nelle cave. Questo divieto è applicabile nei giorni in cui il livello di rischio è classificato come ‘ALTO’ secondo le mappe del progetto Worklimate. Ad esempio, in Toscana, durante il picco dell’estate 2025, sono stati registrati oltre 50 giorni con livello di rischio ‘ALTO’, portando all’applicazione rigorosa dell’ordinanza. Le aziende che violano queste disposizioni possono incorrere in sanzioni amministrative fino a 5.000 euro, come stabilito dal decreto legislativo 81/2008.
Misure di prevenzione e accordi aziendali
Le ordinanze richiamano le ‘Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare’, approvate il 19 giugno 2025. Inoltre, riconoscono gli accordi aziendali già in vigore che garantiscono una tutela uguale o superiore. Un esempio è l’accordo siglato da alcune cooperative agricole in Veneto, che prevede l’utilizzo di macchinari con cabine climatizzate e la rotazione dei turni per ridurre l’esposizione al sole. Secondo l’INAIL, queste misure hanno contribuito a ridurre del 30% gli infortuni legati al caldo nel settore agricolo nel 2025.
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