Digitalizzazione e cyberviolenza: i nuovi rischi per i lavoratori
La digitalizzazione sta trasformando il mondo del lavoro, introducendo nuove forme di violenza digitale. Intelligenza artificiale, social media e lavoro da remoto aumentano i rischi di molestie verso i lavoratori da parte di clienti, pazienti e altri. Un esempio lampante è l’uso di chatbot e assistenti virtuali che, se non adeguatamente monitorati, possono diventare veicoli di messaggi offensivi o minacciosi. Inoltre, la diffusione del lavoro agile ha reso più difficile tracciare e gestire episodi di cyberbullismo, che spesso avvengono su piattaforme di comunicazione interna o durante videoconferenze.
Le nuove sfide della digitalizzazione
La digitalizzazione offre opportunità ma anche nuove sfide per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Le tecnologie permettono a terzi di perpetrare violenza e molestie in modi innovativi, come attraverso deepfake utilizzati per diffamare colleghi o superiori, o l’uso di dati personali per ricatti e minacce. Un caso studio riportato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) evidenzia come un dipendente sia stato vittima di stalking digitale dopo aver condiviso involontariamente informazioni personali su un forum aziendale.
Violenza informatica: definizione e impatti
La violenza informatica include abusi, minacce o aggressioni online. Può avere impatti significativi sulla salute mentale, tra cui stress, ansia e disturbo da stress post-traumatico. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Occupational Health Psychology, il 35% dei lavoratori che hanno subito cyberviolenza riporta sintomi di depressione. Esempi specifici includono l’invio ripetuto di email minatorie, la condivisione non consensuale di immagini private, e l’uso di software spyware per monitorare le attività online dei dipendenti senza il loro consenso.
Prevenzione e gestione
È essenziale adottare misure preventive, come politiche chiare, formazione e sistemi di segnalazione, per proteggere i lavoratori dalla violenza informatica. Le aziende leader nel settore tecnologico, come Google e Microsoft, hanno implementato programmi di formazione specifici per identificare e rispondere alla cyberviolenza. Inoltre, l’adozione di strumenti di crittografia end-to-end e l’utilizzo di piattaforme sicure per la comunicazione interna possono ridurre significativamente i rischi. Un rapporto dell’International Labour Organization (ILO) sottolinea l’importanza di creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso, dove i dipendenti si sentano sicuri nel segnalare episodi di violenza digitale.
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