Le donne e le patologie muscoloscheletriche: criticità e diseguaglianze nel mondo del lavoro
Un eBook approfondisce le patologie muscoloscheletriche nelle donne lavoratrici, evidenziando dati, incidenza, patologie diffuse, basso tasso di riconoscimento e mancata prevenzione. Le donne, infatti, rappresentano una percentuale significativa dei casi di disturbi muscoloscheletrici, con un’incidenza particolarmente alta in settori come l’assistenza sanitaria, la pulizia e l’industria manifatturiera, dove i movimenti ripetitivi e il sollevamento di pesi sono all’ordine del giorno.
Diseguaglianze di genere nella sicurezza sul lavoro
Nonostante i progressi verso l’equità di genere, persistono disuguaglianze nella tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici. L’ILO segnala che le donne hanno lavori meno professionali, guadagnano meno e hanno un carico familiare maggiore. Un esempio lampante è la mancanza di dispositivi di protezione individuale (DPI) adatti alla morfologia femminile, che aumenta il rischio di infortuni e patologie. Inoltre, le politiche di sicurezza spesso non tengono conto delle differenze biologiche e delle esigenze specifiche delle donne, come la gravidanza e l’allattamento.
Patologie muscoloscheletriche nelle donne: dati e prevenzione
Le donne sono più esposte a patologie muscoloscheletriche a causa di lavori ripetitivi e posture incongrue. Nonostante ciò, queste patologie sono sottostimate e meno prevenute. Oltre alle condizioni già menzionate, altre patologie comuni includono la lombalgia, la tendinite e la borsite, spesso causate da ore prolungate in piedi o da movimenti ripetitivi senza adeguate pause. La prevenzione potrebbe essere migliorata attraverso l’adozione di ergonomia sul posto di lavoro, formazione specifica e l’uso di tecnologie che riducano il carico fisico.
- Sindrome del tunnel carpale: comune tra le donne che utilizzano quotidianamente il computer o eseguono lavori manuali ripetitivi.
- Epicondilite: nota anche come ‘gomito del tennista’, frequente in lavoratrici che compiono movimenti ripetitivi del braccio.
- Sindrome della cuffia dei rotatori: spesso riscontrata in donne che lavorano con le braccia sollevate per lunghi periodi.
- Lombalgia: diffusa tra le lavoratrici che trascorrono molte ore in piedi o sollevano pesi.
Riconoscimento e prevenzione: un gap da colmare
Il tasso di riconoscimento delle malattie professionali è inferiore per le donne. La prevenzione è spesso assente, con conseguenze gravi sulla salute delle lavoratrici. Un caso studio condotto in Italia ha dimostrato che solo il 30% delle richieste di riconoscimento di malattie professionali presentate da donne viene accettato, rispetto al 50% degli uomini. Questo gap può essere attribuito a una mancanza di consapevolezza e a stereotipi di genere che influenzano la valutazione dei rischi lavorativi. Per colmare questa lacuna, è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione, migliorare la formazione sui rischi specifici e implementare politiche di prevenzione mirate.
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