Allergie da pollini sul lavoro: rischi e prevenzione

Allergie e lavoro: esposizione a pollini nei lavoratori outdoor e indoor

Un manuale dell’Inail approfondisce le allergie da pollini e l’esposizione in ambito occupazionale, distinguendo tra lavoratori outdoor e indoor. Roma, 24 Giu – L’esposizione a inquinanti, inclusi i pollini, è una realtà sia negli ambienti lavorativi che nella vita quotidiana. Particolarmente, i lavoratori outdoor sono esposti a sostanze allergeniche che possono causare malattie respiratorie e cutanee, influenzando la qualità del lavoro e della vita privata. Ad esempio, i giardinieri e gli agricoltori durante i periodi di alta concentrazione pollinica possono sperimentare sintomi più intensi, come rinite, congiuntivite e, nei casi più gravi, asma bronchiale.

Asma occupazionale e impatto sul lavoro

L’asma occupazionale rappresenta una delle principali malattie professionali allergiche, riducendo l’efficienza lavorativa e causando assenze prolungate. Il documento Inail “Allergie da pollini: esposizione in ambito occupazionale” offre un approccio integrato per la prevenzione. Un caso studio riportato nel manuale evidenzia come un operatore forestale, esposto quotidianamente a elevate quantità di polline, abbia sviluppato asma occupazionale, richiedendo un cambio di mansione per ridurre l’esposizione. Questo sottolinea l’importanza di valutazioni del rischio specifiche e misure adeguate.

Esposizione outdoor e indoor a pollini

L’esposizione a pollini varia significativamente tra ambienti outdoor e indoor. I lavoratori outdoor, durante la stagione pollinica, sono più esposti, mentre in ambienti indoor la presenza di pollini è limitata a casi specifici come le serre. Tuttavia, in uffici con scarsa ventilazione o in presenza di piante ornamentali, i livelli di polline possono aumentare, causando problemi ai soggetti sensibili. Un esempio è quello degli addetti alla manutenzione degli impianti di climatizzazione, che possono essere esposti a pollini accumulati nei filtri.

“Le condizioni indoor sono generalmente più stabili, ma la presenza di impianti di ventilazione può favorire la circolazione di allergeni.”

Uno studio condotto dall’ISPESL ha dimostrato che la qualità dell’aria indoor può essere compromessa non solo dai pollini ma anche da altri allergeni come acari della polvere e muffe, aggravando i sintomi nei lavoratori predisposti.

Prevenzione e protezione

La comprensione delle allergie occupazionali è fondamentale per organizzare misure di prevenzione e protezione. Fattori come mansione, stagionalità e ambiente di lavoro influenzano l’esposizione. Per i lavoratori outdoor, l’uso di mascherine filtranti durante i periodi di alta concentrazione pollinica e la rotazione delle mansioni possono ridurre significativamente il rischio. Per gli ambienti indoor, la manutenzione regolare degli impianti di ventilazione e l’utilizzo di purificatori d’aria con filtri HEPA sono strategie efficaci.

  • Lavoratori outdoor: esposizione a pollini, agenti atmosferici e inquinamento. Esempi includono giardinieri, agricoltori e operai edili.
  • Lavoratori indoor: condizioni più controllate ma con possibili fonti di allergeni. Esempi includono impiegati in uffici con piante ornamentali o in serre.

Un approccio integrato e multidisciplinare è essenziale per affrontare le allergie da pollini, includendo diagnosi precoce, controllo, formazione e informazione. Programmi di sensibilizzazione e formazione sui rischi allergeni possono migliorare la consapevolezza e la sicurezza sul lavoro.

📖 Fonte e approfondimenti: Questo articolo è basato su contenuti di settore specializzati. Per consultare la fonte originale e ulteriori dettagli tecnici, puoi visitare: l’articolo di riferimento su PuntoSicuro

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