Emergenza caldo e lavoro: ordinanze in Emilia-Romagna e Lombardia per la sicurezza
Con l’aumento delle temperature, la sicurezza dei lavoratori esposti al sole diventa una priorità. Le regioni Emilia-Romagna e Lombardia hanno emanato ordinanze specifiche per proteggere i lavoratori dal caldo intenso fino al 15 settembre 2025. Queste misure sono state adottate in risposta ai crescenti rischi per la salute legati alle ondate di calore, che possono causare disidratazione, colpi di calore e, nei casi più gravi, conseguenze fatali.
Normative e misure di prevenzione
Le ordinanze vietano le attività lavorative all’aperto nelle ore più calde, soprattutto in settori come l’edilizia, l’agricoltura, e la logistica. Questo per prevenire rischi per la salute come colpi di calore e stress termico. Ad esempio, nel settore edilizio, i lavoratori non possono svolgere attività fisicamente impegnative tra le 12:00 e le 16:00, quando le temperature raggiungono il picco. In agricoltura, è prevista la rotazione dei turni per ridurre l’esposizione diretta al sole, mentre nel settore logistico, i magazzini devono essere adeguatamente ventilati e i lavoratori devono avere accesso a zone d’ombra.
Valutazione del rischio e adempimenti
I datori di lavoro sono tenuti a valutare il rischio microclimatico e ad adottare misure preventive, come modifiche agli orari di lavoro e l’uso di aree ombreggiate. La valutazione del rischio deve includere l’analisi dell’indice di calore, che combina temperatura e umidità per determinare il livello di pericolo. Inoltre, i datori di lavoro devono fornire ai dipendenti acqua potabile gratuita, indumenti protettivi leggeri e crema solare con un alto fattore di protezione. Formazioni specifiche sui sintomi del colpo di calore e sulle procedure di primo soccorso sono obbligatorie.
Conseguenze del mancato rispetto
Il mancato rispetto delle ordinanze può comportare sanzioni, secondo quanto previsto dall’art. 650 c.p., escludendo reati più gravi. Le sanzioni possono variare da multe fino a 1.000 euro per le violazioni minori, fino alla sospensione dell’attività per le infrazioni più gravi. In casi estremi, se il mancato rispetto delle norme porta a gravi conseguenze per la salute dei lavoratori, i datori di lavoro possono affrontare procedimenti penali.
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