Emergenza caldo e lavoro: le ordinanze in Liguria, Lazio e Sardegna per la sicurezza dei lavoratori
Con l’aumento delle temperature estive, diverse regioni italiane hanno adottato misure specifiche per proteggere i lavoratori esposti al sole. Focus sulle ordinanze di Liguria, Lazio e Sardegna, con approfondimenti su come queste regioni stanno affrontando il problema del caldo estremo nei luoghi di lavoro.
Protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare
Le ordinanze regionali mirano a prevenire i rischi legati all’esposizione prolungata al sole, come stress termico e colpi di calore, particolarmente pericolosi per chi lavora in agricoltura, edilizia e florovivaismo. Ad esempio, in agricoltura, i lavoratori sono esposti non solo al calore diretto del sole ma anche al riflesso dei raggi solari sul terreno, aumentando il rischio di disidratazione e colpi di calore. L’edilizia, d’altro canto, presenta rischi aggiuntivi legati all’uso di attrezzature pesanti e alla necessità di indossare dispositivi di protezione individuale che possono aumentare la sensazione di calore.
Ordinanza della Regione Liguria
La Liguria ha introdotto il divieto di lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni di rischio “ALTO” secondo le mappe di Worklimate, con eccezioni per servizi pubblici essenziali. Un caso d’uso reale riguarda i lavoratori del settore turistico che, nonostante il divieto, possono essere chiamati a svolgere attività all’aperto in caso di emergenze, purché dotati di adeguati dispositivi di protezione come cappelli a tesa larga e creme solari ad alto fattore protettivo.
Ordinanza della Regione Lazio
Anche il Lazio vieta il lavoro all’aperto nelle stesse fasce orarie, con particolare attenzione ai settori agricolo, edile e delle cave, garantendo però la continuità dei servizi pubblici. Un esempio pratico è rappresentato dai lavoratori delle cave di tufo, che devono interrompere le attività nelle ore più calde per evitare il rischio di colpi di calore, ma possono riprendere il lavoro in serata quando le temperature si abbassano.
Ordinanza della Regione Sardegna
La Sardegna adotta misure simili, con un focus aggiuntivo sulla protezione civile e la salvaguardia della pubblica incolumità, ribadendo l’importanza delle valutazioni del rischio da parte dei datori di lavoro. Un approfondimento tecnico riguarda l’obbligo per i datori di lavoro di fornire ai dipendenti acqua potabile fresca e accesso a zone d’ombra durante le pause, come previsto dalle linee guida dell’INAIL per la prevenzione dei rischi da calore.
- Divieto di lavoro all’aperto nelle ore più calde, con sanzioni per i datori di lavoro in caso di inosservanza
- Adozione di misure organizzative e operative, come la rotazione dei turni di lavoro per ridurre l’esposizione al sole
- Valutazione del rischio come previsto dal D.Lgs. 81/2008, con particolare attenzione alle condizioni meteorologiche e alla tipologia di lavoro svolto
Queste misure rappresentano un passo importante verso la tutela della salute dei lavoratori durante i periodi di caldo intenso, dimostrando l’impegno delle regioni italiane nel garantire condizioni di lavoro sicure e salubri per tutti.
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